domenica 27 novembre 2011

Via col Vinto


Siamo sempre stati la nazione e il popolo dalle mille sfumature: romano-barbarici, franco-longobardi, monarcocattolici, cattocomunisti o socialborbonici papalini. Ma una cosa è certa. B. ha centrifugato l’intero sistema politico-culturale del nostro bel Paese. O con lui o contro di lui. Nessuna via di mezzo. Neanche per quelli che hanno cambiato opinione in merito strada facendo.
Amato o odiato, ammirato o deriso, accusato o giustificato.
Ma su un cosa ha messo tutti d’accordo, pro e anti: per noi italiani è stata la più grande fortuna che ci sarebbe mai potuta capitare. Mai nessun altro è riuscito a far da catalizzatore simultaneo di tutti i nostri difetti, di tutti i nostri pregi, sogni, frustrazioni e vizi.
B ha permesso alle opposizioni di basare tutti loro programmi sulla sua eliminazione convincendoli di essere l'unico vero legittimo governo da eleggere a prescindere se non ci fosse stato il Cav
B ci ha permesso di vergognarci a livello internazionale autoconvincendoci che fosse l’unica cosa di cui l’Italia potesse vergognarsi. Per il resto non abbiamo mai avuto nulla da imparare
B ci ha permesso di incolparlo di tutti i ritardi e le mancanze economiche, statali e culturali degli ultimi 20 anni autoconvincendoci che se non fosse stato per lui questo popolo di gente impeccabile sarebbe ora la guida e il modello di tutti i popoli del pianeta
B ci ha permesso di condannare qualsiasi atteggiamento maschilista o offensivo nei riguardi del corpo femminile autoconvincendoci che gli uomini italiani si son sempre distinti nei secoli per il loro atteggiamento rispettoso e per nulla interessato al sesso. (Il famoso motto “Italians do it better” si riferiva evidentemente al caffè) 

Ma il vero regalo di B lo stiamo scartando adesso: il Cavaliere lascia a noi, ai prossimi governi e alle prossime opposizioni un alibi di ferro per il loro prossimo operato. Il suo nome sarà sì il periodo buio da cancellare, ma il suo ventennale operato sarà la scusa più sbandierata per celare ancora una volta le nostre inettitudini, i le nostre carenze culturali, sociali, economiche e di diritto. Una scusa per nostalgici e per ricostruttori, per economisti e per opinionisti

E allora, chi ha vinto davvero?



Nessun commento:

Posta un commento